Charles Edward Bradley nasce il 5 novembre 1948 a Brooklyn, New York. Sua madre lo abbandona all'età di otto mesi, è infatti la nonna materna che lo accoglie a Gainesville, in Florida, crescendolo fino all’età di otto anni, quando sua madre decide di tornare e riportarlo a vivere con lei a Brooklyn. Nell’ottobre 1962, sua sorella decide di portarlo all'Apollo Theatre ad assistere a un’esibizione di James Brown. Il giovane Charles è così ispirato dalla performance del cantante che da quel giorno inizia a esercitarsi a casa, provando passi e cantando per imitare lo stile del suo idolo. Sembra l’inizio di una storia come tante, invece quella di Charles Bradley sarà una parabola per la maggior parte del tempo piena di sofferenza.

A quattordici anni scappa di casa per fuggire alla povertà, dorme per strada e nei parcheggi dei taxi della grande mela. Il programma Job Corps, un’iniziativa che permette ai giovani svantaggiati di fare esperienza lavorative, lo porta a Bar Harbor, nel Maine, dove comincia a lavorare come cuoco e parallelamente a suonare in una band, anche se questa durerà ben poco. Per i successivi vent’anni si vede relegato dietro i fuochi delle cucine di mezza America, un pellegrinaggio che lo porta a trasferirsi prima a Wassaic, successivamente in Alaska e infine in California nel 1977. Lì Bradley svolge lavori saltuari e suona in piccoli spettacoli per 20 anni, è proprio in questo periodo che nasce l’embrione di Black Velvet, il suo alter-ego che si esibisce sui palchi di piccoli locali come emulo di James Brown.

A metà degli anni '90, la madre lo chiama e gli chiede di tornare a vivere con lei a Brooklyn. Durante questo periodo, Bradley vive più di un momento di difficoltà, tra tutti l'omicidio del fratello, avvenuto a pochi metri dalla casa in cui viveva con sua madre e del quale canta in Heartaches and Pain. Nei primi anni duemila, mentre si esibiva come "Black Velvet", fu scoperto da Gabriel Roth, co-fondatore della Daptone Records. Roth lo presenta al suo futuro produttore, l'artista di Daptone Tom Brenneck, che invita Bradley alle prove della sua band. Lì Charles chiede semplicemente che la band si esibisca mentre lui componeva testi sul posto. Nel 2002 scrivono assieme il primo singolo, Take As It Come Pt.1 & Pt.2, oltre a diverse altre canzoni che Daptone inizia a pubblicare su vinile a partire dallo stesso anno. Da lì la vita di fatica di Black Velvet si trasforma in quella decisamente più fortunata di The Screaming Eagle of Soul.

L'album d'esordio, No Time For Dreaming, arriva nel 2011, a sessantatrè anni Il suo lirismo e la sua voce a metà strada tra James Brown e Otis Redding gli fanno guadagnare recensioni entusiastiche e il plauso di magazine come Spin, Mojo, Q Magazine e un RS USA che, oltre ad inserirlo nelle classifiche di fine anno, premia No Time For Dreaming come uno degli esordi migliori del 2011. Nel 2012 esce Soul of America, documentario girato da Poul Brien su Charles Bradley che ripercorre tutta la sua vita, dall’infanzia difficile fino all’esordio discografico. Presentato al SXSW di Austin, il biopic vince numerosi premi e partecipa ai festival cinematografici più importanti. Nel 2013 viene pubblicato Victim of Love, poco rivoluzionario rispetto al suo predecessore. Sempre nel 2013, in occasione del Record Store Day, il musicista pubblica “Changes”, cover dell’omonima traccia dei Black Sabbath. La bellissima versione di Ozzy viene totalmente asfaltata dalla voce ruggente del cantante di Brooklyn. Bradley la fa sua, la dedica alla madre appena deceduta e intitola il suo ritorno discografico del 2016 proprio Changes, il lavoro sicuramente più completo della sua discografia. Changes è un concept album costruito sul tema dell’amore, per la madre, a cui dedica Changes e l’intero album, nonostante lei l’abbia abbandonato in fasce alle cure della nonna materna, ma alla quale si era riavvicinato negli ultimi anni.

Tutto sembra andare per il meglio per Bradley, esempio vivente della realizzazione dell’American Dream, il reietto che riesce a farcela, passando tra mille difficoltà e peripezie. Nel settembre 2016, nel bel mezzo del tour promozionale di Changes, gli viene diagnosticato un tumore allo stomaco, tour cancellato, operazione e ciclo di chemio per cercare di debellare il male. Forgiato da anni di sofferenze e delusioni, Bradley si rimette in piedi e ricomincia a macinare chilometri in tour e chilometri di nastro, registrando tutto il possibile per cercare di placare un’urgenza comunicativa mai scalfita dalla malattia. I suoi live diventano delle vere e proprio messe, in cui Bradley si abbandona all’abbraccio dei fan, la sua vera forza. Partono quindi le recording session’ del seguito di Changes, previsto per il 2018, ma il cancro che sembrava sconfitto torna e aggredisce il fegato, costringendolo a nuove cure, che questa volta, purtroppo non hanno successo. Il 23 settembre 2017, Charles Bradley muore circondato dall’affetto dei suoi collaboratori e fan. Nel novembre 2018 viene pubblicato Black Velvet, disco postumo composto da tracce inedite, qualche cover e versioni alternative di tracce già pubblicate. Non una antologia, né una trovata commerciale, non lo avrebbe mai permesso, ma un disco in cui si sente che, fino all’ultimo momento, Charles Bradley ha lavorato con amore e passione per quello che ha sempre inseguito nella sua vita: fare musica.